martedì, luglio 22, 2008

Le campane suonano…


Noooo….calma ragazze…non è quello che state pensando…avendo letto il mio pezzo precedente, sull’attesa di un incontro (venerdì 18 luglio). Non mi riferisco a quello…non sono le campane dell’amore quelle che suonano (chi parla di campane, chi di fuochi d’artificio)…né mi riferisco alle campane che girano…ma al suono di campane vere. In questa domenica solitaria in giro per Roma, alla ricerca di un posto dove fare la seconda colazione, verso uno dei miei posti preferiti, il caffè Fandango, purtroppo chiuso, arrivo nella piazzetta di una chiesetta dietro Montecitorio, con un nome di una madonna irricordabile dove a mezzogiorno suonano le campane. Belle, vere, che ciondolano velocemente e quasi pericolosamente al di là delle arcate che le contengono, la gente si ferma, i turisti si fermano a testa in aria, i primi li incontro in piazza, altri fermi in fila, un’intera famiglia li vedo sulla strada che imbocca la piazza della chiesa. Fermi, a testa in su, estasiati, stonati da rintocchi veri, assordanti nel silenzio della città turistica. Rimango anch’io ad osservarli e sono queste le campane vere, senza sottintesi, le uniche che sento questo weekend. Le altre quelle dell’amore, del desiderio, della conquista, del romanticismo, le ho smorzate, spente, bloccate ancor prima di nascere. Per egoismo (non è quello che voglio in questo momento, una storia a 400 km, e neanche voglio un ammiratore, una storia di sesso a 400 km di distanza), per paura (ognuno la pensi come vuole…), per pigrizia, per incomprensione, per stanchezza (da quanti weekend non mi riposo? non ricordo più…) per malinconia (verso quello che potrebbe essere verso questa persona se non avessimo vite così piene e anche così distanti), per scelta, per MIA scelta, perché io sono; sono così, in questo momento, con tutti i cambiamenti meravigliosi della mia vita che si sono susseguiti, con tutto quello anche terribile che mi è successo in neanche un anno che mi sono trasferita a Roma. Ho scelto e con sofferenza, con qualche lacrima inspiegabile trattenuta, ma ho scelto.
E aspetto le campane romane, vere, non solo di domenica mattina.


7 commenti:

Anonimo ha detto...

Baby...per quanto tu possa essere cambiata non credo sia giusto "bloccare" il tuo cuore.Metti da parte tutti i pensieri ,i 400 km di distanza...se vuoi sentir suonare le campane devi aprire il tuo cuore...o sbaglio?

citroglicerina ha detto...

io non ho scelto di non usare il cuore...ho scelto di preservare il cuore...il mio e quello di altri...in questo momento è così, ho bisogno di altro. di sentirmi protetta da vicino, come dai rintocchi della campane in testa.

citr...

Anonimo ha detto...

Cara mia, come ti capisco! Per quasi 5 anni ho girato l'Italia come una trottola, mi svegliavo e non mi ricordavo neanche dove fossi.
Vivi intensamente questi momenti anche perchè prima o poi la trottola si ferma....

Carlo ha detto...

ho scelto di preservare il cuore.

Beata te, che conti di riuscirci...

citroglicerina ha detto...

beh, non so...in questo caso ci ho provato...poi diciamo che le bruciature si prendono anche senza volerlo...

sai in ogni fase della vita si rincorrono cose diverse...dipende da cosa stai vivendo in dati momenti.

citr...

Carlo ha detto...

sai in ogni fase della vita si rincorrono cose diverse...

Oh si, lo so. Ci sono i momenti in cui pensi di poter piegare il cucchiaio, e ci sono i momenti in cui sai che il cucchiaio non esiste...
(Libera citazione da "Matrix")
In realtà, se si vuole mangiare una frittata, bisogna essere consapevoli che è indispensabile rompere qualche uovo ed è necessario sporcare una padella.
Buona vita, citro, e se posso permettermi, cerca l'aneddoto delle campane sott'acqua citato da Coelho all'inizio del suo "Il guerriero della luce"
;-)

Carlo ha detto...

e se posso permettermi, cerca l'aneddoto delle campane sott'acqua citato da Coelho all'inizio del suo "Il guerriero della luce"

Che poi sarebbe questo:

una donna molto bella racconta ad un bambino di un isola sprofondata nel mare, con le campane di un tempio che ancora rintoccavano e con un tesoro tutto sommerso dalle acque. Il bambino ci ha creduto cosi tanto che le sue giornate ha iniziato a trascorrerle vicino al mare, e ogni giorno che passava a guardare il mare imparava qualcosa in più, e soprattutto aveva imparato a non distrarsi dai rumori.
Dopo un anno di attesa invano per sentire le campane del tempio sommerso, un pomeriggio il bambino decise di tornare a casa prima di sera, perciò prima di andare via ha voluto salutare l'acqua e la natura che aveva avuto vicino per un anno intero ogni giorno.
Non essendo più concentrato inizio a sentire tutti i rumori che prima non sentiva più e udi anche la prima campana e poi un'altra e un'altra ancora.

voli londra